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La Storia

Le Acli, Associazioni cristiane lavoratori italiani, sono un'associazione di laici cristiani che, attraverso una rete di circoli, servizi, imprese, progetti ed associazioni specifiche, contribuisce da più di 60 anni a tessere i legami della società, favorendo forme di partecipazione e di democrazia. Giuridicamente, le Acli si presentano come una “associazione di promozione sociale”: un sistema  diffuso e organizzato sul territorio che promuove il lavoro e i lavoratori, educa ed incoraggia alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si trovano in condizione di emarginazione o a rischio di esclusione sociale. Come soggetto autorevole della società civile organizzata, le Acli sono protagoniste nel mondo del cosiddetto “terzo settore”: il volontariato, il non profit, l’impresa sociale.

 

L’Associazione conta oggi nella sola Bologna oltre 10.000 iscritti, 22 circoli, 2 Punto Famiglia, numerose collaborazioni con altre Associazioni del territorio, un giornale, il periodico L’Apricittà, varie Associazioni Specifiche. Gli utenti raggiunti dai diversi servizi sono ogni anno oltre 100.000. Tra i principali settori di intervento delle Acli di Bologna: la tutela e la promozione dei diritti sociali e l’educazione alla cittadinanza attiva; l’assistenza previdenziale (Patronato) e fiscale (Caf), l’animazione sportiva(Us Acli); la promozione della donna (Coordinamento Donne), degli anziani (Fap) e della condizione giovanile (Ga); l’impegno con gli immigrati (Acli Colf e Progetto Immigrati) e per i lavoratori (Progetto Lavoro).

 

 

Le Acli hanno ricevuto la certificazione di qualità ISO 9001.

 

 

Le Acli si impegnano in politica, pur essendo autonomamente schierate (cioè non aderiscono ad alcun partito politico), facendo sentire la voce del Terzo Settore e dei propri Associati, mantenendosi fedeli alle quattro fedeltà acliste: alla Chiesa, ai Lavoratori, alla Democrazia, al Futuro.

 

 

A Bologna le Acli nascono nel 1945, un anno dopo la fondazione delle Acli nazionali, che nascono nel corso di quattro incontri che si tengono a Roma dal 14 giugno al 5 luglio del 1944, a pochi giorni dalla liberazione della città e all'indomani della firma del Patto di Roma che aveva sancito la costituzione della Cgil unitaria. Esse ispirano la propria azione alla Dottrina Sociale della Chiesa.

 

 

Ecco le parole con cui il fondatore delle Acli, Achille Grandi, ricostruisce i momenti delle origini:

 

“(…)Era convincimento di noi tutti che i lavoratori cristiani, pur entrando in un’organizzazione sindacale che affermava solennemente di rispettare tutte le opinioni politiche e religiose, avessero bisogno di un’organizzazione che li formasse solidamente nella dottrina sociale cristiana.

 

Noi volevamo che rivivessero nelle Acli le nobili tradizioni della dottrina leoniana e di quelle mirabili opere che sorsero in Italia in seguito all’importante enciclica, e che raggiunsero il massimo della loro efficienza dopo l’altra guerra.

  

E perché rimanessero nel solco della tradizione occorreva agganciarsi all’Istituto cattolico di attività sociali che fu l’erede di tutte le opere sociali secondo gli ordinamenti che diede Pio XI all’Azione cattolica oltre 20 anni fa. Così iniziammo ancora prima del Patto di Roma i primi contatti con vari dirigenti dell’Azione cattolica per mettere le basi e delineare le finalità dell’organizzazione.

  

Ma questa non poté sorgere immediatamente dopo la liberazione di Roma perché occorreva il crisma dell’Autorità ecclesiastica e questo si poté ottenere solo quando fu possibile lavorare alla luce del sole.

  

In attesa che sorgessero quelle che allora andavamo chiamando con linguaggio convenzionale e terminologia provvisoria Associazioni libere, costituimmo un Ufficio sindacale della Democrazia cristiana ma facemmo allegare, però, al Patto di Roma, una dichiarazione nella quale rivendicavamo la libertà di preparare i nostri lavoratori alla vita sindacale in libere associazioni che integrassero il sindacalismo unitario. Ed io personalmente ho sempre riaffermato tale diritto di fronte ai miei colleghi della Segreteria confederale(…)".

 

Uno dei più noti e importanti Presidenti delle Acli bolognesi fu, senza dubbio, il Senatore Giovanni Bersani. Figura di spicco del panorama politico nazionale, parlamentare italiano ed europeo con la Democrazia Cristiana, ha speso la sua vita nella cooperazione internazionale, in Africa e in America Latina. Fu il fautore della scissione del 1971, conseguente la cosiddetta “svolta socialista” delle Acli, a seguito della quale nacque il Movimento Cristiano Lavoratori.

 

 

Tanti sono stati, negli anni, gli aclisti bolognesi illustri. Tanti si sono impegnati in politica, nel volontariato, nella vita associativa, ricoprendo anche incarichi prestigiosi. Ricordiamo la triste vicenda del martire aclista oggi Servo di Dio Giuseppe Fanin, che sacrificò la sua vita nel 1948, a soli 24 anni, morendo brutalmente assassinato a colpi di spranga per mano di fanatici militanti del P.C.I., che vedevano in lui, fervente cattolico sostenitore di una più equa distribuzione della terra ai contadini, un pericoloso sobillatore delle masse.

 

 

Da aprile 2012 il Presidente Provinciale è Filippo Diaco. Classe 1980, da tempo ricopre incarichi dirigenziali nell’Unione Sportiva Acli, della cui Presidenza nazionale fa parte, e nelle Acli Nazionali. Membro della Presidenza Acli Emilia Romagna, siede in Consiglio Nazionale Acli. Parole d'ordine del suo mandato sono sfida educativa, Circoli, territorio, condivisione, sussidiarietà, Dottrina Sociale della Chiesa e famiglia.



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